ECCO ALCUNE CURIOSITà DI QUELLO CHE SUCCEDE IN SICILIA (DAL MIO AMORE) NEI GIORNI DI QUESTA BELLISSIMA FESTA:
La festività del 2 Novembre è, per la Sicilia, l’importante e ancor sentita, festa de li Morti. La Festa dei Morti fu istituita nel 998 da Odilo, abate di Cluny, a coadiuvo della ben più antica festa di Ognissanti dell’1 Novembre, istituita dal Papa Gregorio II nel 853.
In Sicilia, si narra ai bambini che, la notte tra l’1 e il 2 Novembre, i defunti si risveglino e vadano a rubare dai commercianti dolci, giocattoli, vestiti, ecc., per poi regalarli ai piccoli parenti che sono stati buoni durante l’anno. Invece, per coloro che non sono stati tanto buoni, si suole nascondere le grattugie, perché i morti verranno a grattugiare i loro piedi. I bambini alla mattina trovano tutti questi doni vicino al letto.
È usanza credere che la notte tra l’1 e il 2 si possano vedere le anime camminare per le vie, in ordine di modo di dipartita: per prima coloro che morirono di morte naturale, poi i giustiziati, poi i disgraziati (cioè per disgrazia), poi i morti di subito (cioè di morte repentina), e così via. I bambini, tutt’oggi e specialmente a Palermo, sentono questa festività in modo particolare, poiché ricevono ancora i regali (cosi di morti) e poi perché generalmente le scuole sono chiuse.
UNA SIMPATICA FILASTROCCA SICILIANA:
Animi santi, animi santi,
io sugnu unu e vuiautri síti tanti:
mentri sugnu 'ntra stu munnu di guai
cosi di morti mittitimìnni assai.
Si è soliti donare dolci antropomorfi come i pupi ri zuccaru (bambole di zucchero), bambole che si ispiravano generalmente ai paladini di Francia fatte interamente di zucchero e completamente dipinte a mano, le ossa ri mortu, dolci generalmente a forma di tibie umane, e dolci di tradizione popolare come i frutti di martorana.
In Sicilia è usanza mangiare fave durante questi giorni di festa. Si consumano le favi a cunigghiu (fave a coniglio) dette in alcune parti anche favi’n quasuni;esse sono cucinate secondo il rito romano della Lemuria, in cui, a parte che mangiate, le fave nere, nel cui seme, secondo leggenda, si trovavano le lacrime dei trapassati, venivano lanciate a terra dal padre di famiglia per allontanare le anime dei defunti; De Gubernatis narra di questo rito funebre in Storia Popolare.
L’uso delle fave si faceva anche a Palermo al XVIII sec., che però prediligeva e predilige tuttora muffulette schiette omaritate, pane morbido e tondo ripieno, e murtidda nivura e bianca (mirto nero e bianco). In alcune parti della Sicilia, si è soliti accompagnare le fave alle armuzzi, pane antropomorfo raffigurante fino al tronco le anime del purgatorio con le mani incrociate sul petto. L’usanza di cibarsi di pietanze a forma di uomo, o a parti di esso, risale anch’essa ai tempi dei romani, che a loro volta, si cibavano delle maniae, pani fatti a somiglianza del dio del bosco, come rito di propiziazione per la divinità.
È di notevole importanza fare u cannistru (il canestro), cioè un cesto abbastanza grande, pieno di scaccio (frutta secca), dolci di martorana, biscotti di cioccolata e pane. Si usa in questo giorno di commemorazione, a Palermo, recarsi al cimitero per fare visita ai parenti defunti e andare a visitare le Catacombe dei Cappuccini, cimitero sotterraneo risalente al XVI secolo.
Molte volte si dice che l’americana festa di Halloween, stia prendendo il posto delle nostre italiane feste di Ognissanti e dei Morti, ma io penso che comunque, per quanto Halloween sia festeggiata ed apprezzata dalla popolazione giovane per il suo celeberrimo bussare alle porte del vicinato per chiedere dolciumi (dolcetto o scherzetto?), sia impossibile sradicare dalla nostra cultura questi così particolari riti che rispecchiano le nostre discendenze.
Adesso indico le ricette di alcuni piatti serviti in Sicilia, nella fattispecie, durante questo giorno di festa:
Muffulette maritate:
La muffuletta è un tipo di pane particolare, e va mangiato di primo mattino come colazione, il giorno del 2 novembre.Esiste anche la muffuletta schietta, cioè senza ricotta.
Favi a cunigghiu:
Si mangiano con le mani, in modo che, con una leggera pressione del pollice e dell’indice, possa fuoriuscire dalla buccia la fava vera e propria.
Frutta di martorana:
Venne preparata per la prima volta dalle suore del convento annesso alla Chiesa della Martorana di Palermo nel XII secolo. Attualmente è usanza, in Sicilia, regalare dei cesti contenenti questi frutti deliziosi, che possono essere acquistati già confezionati nei vari bar.Lo stampo per la frutta, che oggi è coadiuvata ad altre forme, tipo triglie, pani ca meusa (panini con la milza), verdura, ecc., è generalmente di gesso smaltato e tutt’oggi venduto nei negozietti dietro la Cattedrale di Palermo, ma vanno anche bene gli stampi di plastica, preventivamente cosparsi di amido per evitare che l’impasto si attacchi.
Pupi ri zuccaro:
Sono espressione della cultura francese e ripropongono i personaggi della Chanson de Roland, come Orlando, Angelica, Rinaldo, ecc. Vengono chiamati anche pupi a cena o pupaccena, per una leggenda che narra di un nobile arabo caduto in miseria, che li offrì ai suoi ospiti per sopperire alla mancanza di cibo prelibato.
MI è PIACIUTO TANTISSIMO SCOPRIRE TUTTE QUESTE COSE SU QUESTA FESTA RIGURADANTI LA SICILIA ^^ SPERO SIANO STATE INTERESSANTI ANCHE PER VOI ^^
P.S.W HALLOWEEN!!!!!
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